Guai per Daniela Santanchè indagata per truffa sulla Cig per il Covid. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto il pronto intervento anche della Meloni.
Truffa aggravata nei confronti dell’Inps per una presunta gestione irregolare dei fondi messi a disposizione dallo Stato per la cassa integrazione durante il Covid. Questa la situazione riportata dall’Ansa per Daniela Santanchè e altre persone dopo che la Procura di Milano ha chiuso le indagini sul caso Visibilia. Immediata anche la richiesta del Movimento 5 Stelle alla ministra del Turismo e alla Premier Giorgia Meloni.
Santanché indagata per ipotesi di truffa
Come si legge in una nota del Procuratore della Repubblica di Milano, Marcello Viola, nell’indagine sono indagate, oltre alla ministra Santanchè e altre persone, anche Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
Per la politica e gli altri individui coinvolti, l’ipotesi è truffa ai danni dell’Inps in relazione a presunte irregolarità nella fruizione della Cig, la cassa integrazione durante il Covid per 13 dipendenti dal 2020 al 2022 per un totale di oltre 126 mila euro versati dall’ente pubblico.
La richiesta del Movimento 5 Stelle
Attraverso una nota ufficiale ripresa da diverse agenzie e da Fanpage, il M5S ha detto la sua sulla vicenda chiedendo, di fatto, le dimissioni della ministra e l’intervento della Premier Meloni.
“La chiusura delle indagini preliminari a carico della ministra Santanchè e delle ‘sue’ Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria Srl confermano ciò che è chiaro a tutti dal luglio scorso. Daniela Santanchè in quel pomeriggio d’estate mentì sfacciatamente di fronte all’aula al Senato sul ricorso alla Cassa Integrazione Covid delle sue aziende, relativamente alle irregolarità portate alla luce dall’inchiesta di ‘Report'”, si legge.
“La Procura di Milano non fa che certificare come la ministra Santanchè non possa più ricoprire il suo ruolo attuale. In qualsiasi altro paese si sarebbe già dimessa da quel dì, ma arrivati a questo punto il passo indietro è obbligato: anche Giorgia Meloni dovrebbe prenderne atto“.